Prepararsi al nuovo.
Il valore dell’attesa è un tema profondo che si lega a diverse dimensioni della vita umana psicologica, filosofica, artistica e persino pratica.
Attendere costa.
Pesa. Il tempo dell'attesa smorza il nostro entusiasmo...o lo accresce?
L’attesa, spesso percepita come un momento di sospensione o passività, può in realtà avere un valore trasformativo e creativo, rappresentando uno spazio utile di riflessione, preparazione e maturazione.
A volte sembra non finire mai il tempo dell'attesa, come una "pausa" forzata può generare apprensione, un'aspra sospensione che ci allontana dalla meta.
Nei colloqui coi genitori dei miei alunni mi capita di insistere sul valore dell'esposizione dei bambini alla noia, alla fatica del fare e del non fare, piuttosto che occuprasi per forza di un'attività o di stare ore davanti ai social: attraversare la noia che il "non fare" porta con sè è importante perché è una dimensione foriera di nuove possibilità che stimolano la riflessione, l'ascolto, la gestione del tempo che trascorre carico (volendo) di nuovi significati. Anche nell'attesa apprendiamo qualcosa in più di noi stessi, ci apriamo, ci accorgiamo di cosa c'è intorno, siamo obbligati a dare attenzione a ciò che altrimenti non avremmo notato. Nell'attesa sostiamo nel qui ed ora.
Questa dimensione avvicina alla capacità creativa di gestire anche l'inatteso, il prepararsi ad altro, a ciò che verrà, ciò che non si era calcolato, di predisporci a ciò che richiede del tempo.
L'attesa è uno spazio vuoto nella cultura giapponese, un tempo transitorio che incentiva la conoscenza delle nostre reazioni davanti al nulla, all'effetto che ha su di noi e sulle nostre emozioni; fortifica, ci aiuta ad alzare "l'asticella" del nostro grado di tollerabilità alla frustrazione, richiede un incremento della nostra pazienza e autocontrollo, oltre alla possibilità di aiutarci ad apprezzare ciò che segue, al termine di tale attesa.
In fondo, prima di venire al mondo, sono richiesti ben 9 mesi (a chi più, a chi meno) per crescere e preparare chi si prenderà cura di noi.
Ha ancora lo stesso peso il "senso dell'attesa"?
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